Pubblicato il: 09/09/2022
Categoria: mindfulness
Cosa ti guida nel decidere come agire momento per momento e giorno per giorno?
Quando arrivi ad un bivio, come decidi in quale direzione andare?
Ti ritrovi mai ad agire con il pilota automatico, senza fermarti a pensare a cosa stai facendo o perché lo stai facendo?
Ti sei mai dimenticato perché sei entrato in una stanza o perché hai preso la macchina?
Ti sei mai chiesto come sei arrivato dove sei arrivato e quale strada hai preso?
Se la risposta è SI, è molto probabile che tu stia operando con il pilota automatico.
Consolati, non sei da solo.
Uno studio inglese ha valutato che il 96% delle persone sottoposte ad un test, viaggiava con il pilota automatico inserito e che l'inglese medio prende 15 decisioni al giorno sul pilota automatico, ovvero più di 250.000 decisioni di pilota automatico in una vita, senza pensarci veramente.
Cosa significa prendere decisioni in "pilota automatico"? Significa innescare un meccanismo di non-coinvolgimento nel mondo attorno a noi lasciando le decisioni al subconscio.
Quando si vive con il pilota automatico inserito, sembra che alla guida ci sia qualcun altro non noi.
Generalmente più tempo passiamo guidati da comportamenti automatizzati, meno è probabile che ci sentiamo felici
Secondo lo studio, viviamo con il pilota automatico nel luogo in cui dobbiamo prestare più attenzione, e cioè la nostra casa.
Viviamo attraverso delle routine consolidate: alzarsi la mattina, fare colazione, lavarsi i denti, andare al lavoro, tornare a casa, preparare la cena, andare a dormire... e ripetere.
A volte riflettendo sulla giornata ci si ritrova a chiedersi dove sia andato il nostro tempo, e soprattutto dove eravamo noi mentre tutto questo accadeva.
Le persone prendono decisioni, come cosa mangiare, cosa guardare in TV o cosa indossare, senza pensarci.
La maggior parte delle persone non riesce a ricordare cosa ha visto in TV: ulteriori ricerche mostrano che le maratone televisive (guardare ininterrottamente la tv più serie televisive in sequenza) diminuisce la memoria e la comprensione percepita.
Questo programma inconscio che ci troviamo a seguire così spesso consiste in processi automatici che non richiedono uno sforzo o un'attenzione particolari per essere eseguiti.
Prendi ad esempio una volta in cui qualcuno ti ha fatto arrabbiare.
Se ti è successo di dirgli qualcosa senza pensarci per poi pentirtene subito dopo, hai l’esempio di come i processi automatici vengono avviati involontariamente e, spesso, prima che tu ti renda conto di quello che hai fatto.
Questo li rende difficili da prevenire e altrettanto difficili da interrompere.
Alcuni processi, come la respirazione, sono naturalmente automatici, respiriamo senza pensarci.
Molti altri processi invece, come leggere o guidare, diventano automatici attraverso la ripetizione e la pratica e diventano così quelle che noi chiamiamo “le nostre abitudini”.
Più spesso rispondiamo a uno stimolo pensando o agendo in un modo specifico, più è probabile che ripeteremo lo stesso schema la prossima volta in cui ci troveremo nella medesima situazione.
J.R.Stroop nel 1935 sviluppò quello che in psicologia viene chiamato “effetto Stroop”.
Durante un'indagine sui processi automatici, ai partecipanti veniva presentata una serie di parole il cui significato indicava colori incongruenti al colore del testo (vedi immagine).
È stato quindi chiesto loro di dire ad alta voce i colori dell’inchiostro con cui erano scritte le parole, piuttosto che il significato letterale.
Puoi fare anche tu stesso l’esercizio.
Se leggi la parola nonostante intendi dare un nome al colore, saappi che non sei solo.
Hai sperimentato l'interferenza di Stroop, in cui il processo di lettura "più automatico" ha interferito con la denominazione dei colori.
La mente tende a leggere meccanicamente il significato della parola e riprende il riferimento conseguente: ad esempio legge la scritta “blu” e pensa meccanicamente al colore blu anche se l’inchiostro utilizzato è rosso.
Il nostro cervello passa al pilota automatico quanti più processi possibili per massimizzare l'efficienza.
Riducendo al minimo l'energia cognitiva utilizza per meccanismi che ci tengono in vita e cose che abbiamo già imparato, è possibile utilizzarne di più per compiti più impegnativi o esclusivi.
Questo è uno dei motivi per cui siamo in grado di imparare cose nuove per tutta la nostra vita.
Vivere con il pilota automatico significa propendere per la modalità di pensiero più comoda.
Il cervello è autonomo ed efficiente, ma anche ingannevole. È più incline a pregiudizi ed errori ripetitivi.
Nella modalità consapevole invece, il lavoro del cervello è lento, consapevole e impegnativo: richiede attenzione ed energia. È più affidabile e può filtrare gli errori di valutazione del pilota automatico. In questa situazione il cervello è pigro, ecco perché si orienta verso il pilota automatico.
Ecco perché diventa importante imparare ad essere consapevoli e allenare la nostra mente per evitare di vivere con il pilota automatico.
Non è che una modalità sia migliore dell'altra: il segreto sta nell'usare entrambe in modo equilibrato.
Il pilota automatico è ideale se bisogna prendere decisioni rapide, basate su poche informazioni.
Guidare o fare la lavatrice, non sono azioni in cui serve pensare troppo. Tuttavia, è da disattivare quando si necessita fare scelte di vita più significative, come la carriera, quale casa comprare o chi sposare.
La consapevolezza è ideale per gestire attività mentali più complesse, come il ragionamento logico, la gestione delle relazioni interpersonali, l'apprendimento di nuove cose e la costruzione di abitudini.
Può aiutare a disattivare il pilota automatico.
Scegliere quale sistema utilizzare è come tornare al posto di guida: decidi tu quando guidare con il pilota automatico e quando no.
È ovviamente più comodo lasciare che la vita ti accada piuttosto che realizzarla.
Ma tenendo il pilota automatico sempre attivo, si sta solo esistendo, non si sta vivendo.
"Siamo sempre attivi. Il pilota automatico rende più difficile per noi fare scelte istintivamente buone, così ci sentiamo intrappolati e ci sembra di vivere la vita di qualcun altro."
(M.Williamnson – Action for Happiness)
Accorgersi di vivere con il pilota automatico inserito, è già di per sé un buon passo per togliersi da questa situazione di stallo.
Immaginiamo la nostra vita come un’auto e noi alla guida, ecco alcuni suggerimenti per “viaggiare” meglio:
La vita è costituita da una miriade di esperienze.
Possiamo vivere vite significative sia quando le cose vanno lisce che quando la vita sembra una corsa ad ostacoli.
Sta a noi, però, decidere se vogliamo rispondere consapevolmente alla vita e riprenderci il volante o continuare a viaggiare con il pilota automatico inserito.
Per iniziare puoi farti una domanda: Chi vuoi essere oggi?
Scrivere è una passione. Ho sempre scritto da che ho memoria, poesie, temi e canzoni quando ero piccola e poi i copioni per il teatro e poi i racconti nel mio primo blog e i pensieri su Facebook... non smetto mai. Scrivo anche quando fisicamente non lo faccio.
Scrivere è terapeutico, è sviscerare i tuoi pensieri più profondi, dargli vita vestendoli di parole e sperare di regalare emozioni a chi poi li leggerà.
Che se poi fosse un sorriso, sarebbe il più grande successo a cui aspirare!